Specie Botaniche

Felce aquilina

Nome scientifico: Pteridium aquilinum (L.) Kuhn in Kersten

Fam. Hypolepidaceae

Descrizione pianta

Pianta erbacea perenne di notevole sviluppo (può raggiungere anche i 2 metri d’altezza), provvista di un grosso rizoma lungamente strisciante e stolonifero, esternamente nero, bianco all’interno.  Dal rizoma emergono le fronde annuali (foglie) che hanno un profilo triangolare e sono lunghe anche fino a 1 metro, pennate, con 2-3 ordini di divisioni (bi- tripennatosette). Le divisioni più piccole (pinnule) sono oblunghe, più o meno allungate, con margine generalmente intero. In autunno il colore vira dal verde al rossastro. 

Gli organi riproduttivi contenenti le spore (sporangi), sono riuniti in masserelle dette sori, lineari e poco evidenti, disposti lungo il margine sulla pagina inferiore delle pinnule e ricoperti dal margine ripiegato. 

La sporificazione ha inizio in tarda primavera e si protrae per tutta l’estate.

Periodo di fioritura

Aprile – Settembre

Distribuzione geografica

Specie cosmopolita, diffusa in tutte le regioni temperate e subtropicali, sia nell’emisfero settentrionale sia in quello meridionale, in Italia è presente in tutto il territorio, comprese le isole, dal livello del mare fino ad oltre i 2000 metri di altitudine.

Probabilmente è la felce più diffusa nel mondo. Vegeta su suoli a matrice silicea, anche aridi, nei boschi, nelle macchie e nei pascoli. Nelle radure e nei pascoli può formare estese e fitte coperture fino a diventare una vera e propria infestante. La sua diffusione su superfici estese è indice di un probabile degrado ambientale perché gli incendi ne favoriscono il ricaccio e la moltiplicazione.

Proprietà e usi

Uso officinale/medicinale:  Le foglie contengono un enzima (tiaminasi) in grado di distruggere la vitamina B1, che viene perduto con la cottura, ed anche acido cianidrico: le persone e gli animali che se ne cibano, soprattutto i cavalli, ne ricavano danni, anche gravi, per avvelenamento. Un tempo il rizoma veniva usato contro i vermi, in particolare la tenia, ma con esiti di avvelenamenti anche mortali nei bambini.

Recenti ricerche hanno isolato da questa felce sostanze sicuramente cancerogene.

Oggi la pianta viene raramente utilizzata come medicinale per curare reumatismi ed alcune disfunzioni digestive.

Il rachide, dotato di fibre di grande resistenza, veniva utilizzato per confezionare cordami.

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